"SETTE GIORNI" è un idea di Sara Trofa per tenersi allenati, per stare vicini anche se si è lontani, per creare nuove storie, per far fruire le idee. Un esperimento al quale sono stata felicissima di partecipare, che mi ha coinvolto e stupito. Un gioco che mi ha portata lontano quasi 4 giorni di cammino, quasi 8000 mila piedi d'altezza. Ecco qui.
Le lacrime dei segreti non sono segrete, si vedono in tutto il mondo, come la luna e come il sole. Piovono da non si sa dove e tu non puoi che guardarle meravigliato e beato. Ma quando a piangere è il tuo segreto, allora è diverso.
Mio pianto e mio
canto, mio sangue avventuroso, mio terrore
velenoso, segreto che il vento aspetta, perdonami
se è tardi, il cielo ci vuole, siamo sulla vetta.
Credo
sia questione di esercizio e di stupore. I geni ce li ho!
Ho nascosto il mio segreto dove nessuno lo può trovare. E se qualcuno lo
trovasse, beh, non lo riconoscerebbe di sicuro, perché è perfettamente
mimetizzato.
Voi non potete saperlo e io non posso dirvelo, ma il mio segreto è davvero speciale.
Il mio segreto non lo sa nemmeno lui che è segreto, gli piace dondolarsi
e ogni tanto casca fuori
dal nascondiglio, ma io lo rimetto sempre al suo posto.
dal nascondiglio, ma io lo rimetto sempre al suo posto.
Il
mio segreto diventa grande ogni giorno di più e allora bisogna
nasconderlo meglio. Lui non me lo chiede, ma io ho capito che
vorrebbe uscire un po', farsi un giretto. Ha fatto anche un sogno e
me lo ha appena raccontato. Nel sogno se ne andava niente meno che
sulla cima dell'Himalaya, la raggiungeva in soli sette giorni e
quando finalmente era lì, tutto solo in mezzo al cielo... ma poi
sono arrivata io con passo da allodolina in missione segreta e si è
svegliato. Ha aperto un occhio e poi l'altro, però non mi è
sembrato contento di vedermi.
Se
il mio segreto è triste sono triste anche io.
Le lacrime dei segreti non sono segrete, si vedono in tutto il mondo, come la luna e come il sole. Piovono da non si sa dove e tu non puoi che guardarle meravigliato e beato. Ma quando a piangere è il tuo segreto, allora è diverso.
È
colpa mia se ieri piangeva, perché lo tengo nascosto e non lo
lascio andare per il mondo e nemmeno sulla cima dell'Himalaya. È
colpa mia... ma non so cosa fare. Devo svelare il mio segreto? Devo
lasciarlo volare via?
No,
io voglio stringerlo e che mi stringa, voglio che sia felice ma
insieme a me. Forse come lui è
il mio segreto io potrei essere il suo...
Senza
farmi vedere ho raccolto le sue lacrime con le mie in un barattolo e
l'ho chiuso subito con il coperchio ben stretto, più stretto che
potevo. Prima nel barattolo c'era la marmellata di fichi e adesso
invece ci sono le nostre lacrime: una sottile linea trasparente che
ho fissato sul mio comodino fino a un attimo prima di addormentarmi.
Questa
mattina ho aperto un occhio e l'ho visto. Ho aperto anche l'altro ed
era lì: il barattolo era pieno zeppo e le lacrime dentro spingevano
per uscire!
Ho
bisbigliato loro che non potevo svitare il coperchio e allora le
lacrime si sono agitate ancora di più: era una burrasca burrascosa
imprigionata in un barattolo di vetro.
Ninna
nanna, ninna oh,
questo pianto a chi lo dò?
questo pianto a chi lo dò?
Se lo dò alla
fontana,
se lo tiene una settimana.
Se lo dò al cielo nero,
se
lo tiene un anno intero.
Se lo dò al girasole
me lo beve in un
sorsone.
Ninna nanna, ninna oh,
questo pianto a chi lo
dò?
Ninna nanna, ninna oh,
questo pianto lo terrò.
Così le ho promesso e la
burrasca stava imbambolata a guardarmi, non era quasi più lei.
Allora ho aperto il barattolo, sistemato ben sicuro a terra al centro
della stanza.
"Ciao"
le ho detto e con la punta dell'indice l'ho toccata, come per un
piccolo tuffo. Era ancora tiepida di tristezza, la mia e del mio
segreto, ho immerso un braccio e poi l'altro finché non ero tutta
lì, dentro di lei. Mi
sono abbracciata le ginocchia e ho aspettato di toccare il fondo del
barattolo.
Mentre scendevo,
una voce mi chiamava dal nido: "mia allodola, mio
falco pellegrino, mio scricciolo, mia tortora
luttuosa, mio albatro".
Io la sentivo ma subito la dimenticavo, la disinnescavo. Sprofondavo teneramente, mentre nei miei occhi addormentati vinceva un niente luccicante che mi lanciava messaggi d'amore. Era un'intermittenza che mi portava via, da me, dal nido, era un gioco crudele che mi dava un destino per un altro; poi eccolo, il fondo, e finalmente l'ho riconosciuto: il mio segreto nascosto dove nessuno lo può trovare, incagliato qui fra le cose da non dire, fra le cose da morire.
Io la sentivo ma subito la dimenticavo, la disinnescavo. Sprofondavo teneramente, mentre nei miei occhi addormentati vinceva un niente luccicante che mi lanciava messaggi d'amore. Era un'intermittenza che mi portava via, da me, dal nido, era un gioco crudele che mi dava un destino per un altro; poi eccolo, il fondo, e finalmente l'ho riconosciuto: il mio segreto nascosto dove nessuno lo può trovare, incagliato qui fra le cose da non dire, fra le cose da morire.
Sei felice?
Da qui si vede tutto il mondo. Si
vedono i pensieri e si vede il tuo sogno.
Io volo.
Finito. Si interrompe qui il diario.
Nonna
Nerina non ha più scritto dopo quel giorno, il giorno in cui ha
volato ed è nata mia madre.
Mamma
non l'ha mai letto, non ha tempo lei, e non crede a queste sciocchezze. Io dico: possibile che fosse lì nella sua pancia e non
si sia accorta di nulla? Insomma, hai volato prima ancora di
gattonare e non lo sai?!
Io,
invece, ho trovato il diario nella cassetta dei rocchetti quando
avevo nove anni e da allora l'ho letto e riletto decine di volte. Lo
leggo prima di addormentarmi sperando di sognare l'Himalaya oppure lo
tengo solo stretto al petto e ripeto a memoria alcune
frasi.
Nonna
Nerina mi manca, papà dice che ho preso tutto del suo carattere e
allora sono fiera e sorridiamo.
Non
ho fatto in tempo a domandarle com'è davvero volare ma ogni tanto
faccio le prove, mi arrampico fin su dove c'è il nido dell'allodola
e poi salto verso l'alto.
2 commenti:
PRECIOSO!!
EL TEXTO NO ENTIENDO , PERO LAS ILUSTRACIONES LO DICEN TODO.
gracias! este es el mejor cumplido!
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